La Tana degli Orsi – una nuova storia in barca a vela
Ricevo da un carissimo amico e compagno di navigazione questa storia, che parla di passioni, emozioni, gioie e dolori che si affrontano quando si decide di acquistare ‘la barca’!
E’ stata un emozione leggerla e la condivido per tutti quelli a cui già solo la parola VELA smuove qualcosa nel profondo.
A qualcuno l’avevo accennato … Sembrava solo una suggestione, un’ipotesi fantasiosa, nata più per giocare a ragionarci che non come una reale – magari remota – possibilità.
E invece, qualche settimana fa …
La Tana degli Orsi” è tornata in mare!!!!!
La Tana … Era quasi due anni che la sua presenza aleggiava abbandonata nei meandri di lontane parentele acquisite, non sto a dirvi per quali circostanze.
Ci avevo pensato su per un attimo, un anno fa, ma avevo lasciato subito perdere. Pensai: “Un Canados 33, piccolo e scomodo, timone a barra, vecchio come il cucco (1984), con solo 20 hp di uno spompato Nanni-Farymann, una sola vera cabina a prua, 10 mt falsi che servono solo per doverla pure iscrivere e pagarci le tasse … Come potrò mai farci il giro del mondo?!??!
Bleah, non fa per me!”.
Poi … l’idea è ritornata a galla a Natale, quasi per caso, e … per scherzo ho mandato un sms ad un vero amico, di quelli di lunghissima data, che non sentivo da un bel po’ …:
“Ce l’hai ancora quel sogno nel cassetto?”.
E lui, 15 sec dopo e senza sapere di che si parlava … “Quando andiamo a vederla?”.
Ed io: “Ma si, giusto per farci una gita a Cala Galera e stare una giornata insieme …”
L’abbiamo vista a dicembre, dimessa, da anni ferma sul trespolo di un cantiere. Qualche info intanto ci diceva che era una barca ben fatta dal Vallicelli, quello di Azzurra, e che all’epoca – a saperla far andare … – nelle regate di circolo di filo da torcere ne dava a molte, anche più grosse: linee da crociera scomoda ma veloce, un po’ di vela, dura da tenere, ma grintosetta, anche con le ariette …
E allora ci siamo cominciati a dire:
“ Le mogli non ci verrebbero mai manco per tre giorni, figuriamoci due settimane ‘in crociera’ … e il mondo è troppo grosso per girarlo a 50 anni … forse per noi ci vuole qualcosa così, a misura giusta, che ci faccia divertire di quando in quando, qualche oretta, una giornata, al più qualche we …
e cmq è abilitata a navigare senza limiti, non si sa mai … e cmq – cabina a parte – le 2 cuccette di poppa sono comode, la dinette pure, bagno e cucina ci stanno, e se serve tiene quasi 300 lt di acqua … il legno degli interni sembra sia stato risistemato prima di essere mollata e non pare che hanno quasi trent’anni… gli stopper sono quelli di una volta ma le manovre tutte rinviate in pozzetto ce le ha… la barra sarà rognosa ma lascia il pozzetto bello libero …
E c’è pure un po’ di teak.
E l’hai visto quel bel gennaker rosso-arancio e nuovo nuovo? Te l’ho detto che quel Maurizio, quello che mi ha insegnato, ce lo faceva murare direttamente a prua? Mmm, il pozzetto non è poi così piccolo e … guarda che gavoni qua a poppa! Oddio, sta barca è proprio piccoletta, me la sognavo più grande. Si, vabbè, ma …, a pensarci bene, io e te, con più di 10 mt, … ma che ci dobbiamo fare?”
Qualche settimana dopo chiamiamo un perito (non di zona, che fidarsi è bene, ma …), che un giorno finalmente viene e dice:
“ragazzi, sta barca è vecchia, ma era costruita bene, lo scafo è a posto, bolle manco una e su un Canados mi sarei stupito di trovarne, niente umidità in profondità, botte grosse non si vedono, crepe non si sentono; i perni del bulbo vanno spazzolati ma stanno a posto, le prese a mare sono abbastanza nuove e per fortuna girano, due serbatoi d’acciaio erano stati aggiunti non da molto, il timone ha solo un pizzico di gioco ma dopo 30 anni è più che nella norma …, le sartie ancora per un po’ reggeranno, il tendipaterazzo funziona, materia ce ne è tanta che oggigiorno ce ne farebbero due di barche, e si vede che il padrone la curava; il motore no, dovete tirarlo giù ed incrociare le dita, trovare i pezzi sarà dura. Perché l’acqua di mare, quando resta dentro, fa male male … come pure il cesso, è bloccato … E volevo vedere che non c’era un po’ d’acqua in sentina: ma l’avete vista la neve che ha fatto e che c’era fino a una settimana fa? E dovrete far dare una frullinata a quel po’ di ruzza che c’è alla fine del bulbo, e siliconare sotto tutti i candelieri, e levare sti 10 strati di antivegetativa, … poca roba insomma.
Se preferivate che vi dicessi che è meglio che lasciate perde perché sta barca è da buttare, mi dispiace per voi, ma da me non lo sentirete. E non lo leggerete!“
Insomma, cadendo nel più tipico errore dei faciloni dilettanti entusiasti, spericolati e fregnoni, prima ci siamo detti “giochiamo a fare un budget” e poi: “dai, famo sta pazzia!”.
D’altronde un Orso vero, specie di carattere, ormai Bianco, e che tra l’altro è amico di “BIANCO ORSO III” e che ha un amico-socio ancora più Orso di lui, poteva mai abbandonare “La Tana degli Orsi” al suo destino??!??!
E’ cominciata così, per passare 6 mesi di negoziati col cantiere per definire il “riscatto”, di consulti con meccanici, di preventivi, di ricerche di pezzi di ricambio (a Napoli …), di settimane di preghiere per far fare un lavoro da mezza giornata, di sbarco di motori, di scelte di batterie, di infiltrazioni, di cime, di impianti elettrici, di wc, di zattere da revisionare, di ispezioni Ri.Na. di pasta abrasiva, di vernice, di stracci, di carena, di lazy jack, di bolli, di nuova tassa, di trascrizioni di proprietà, di licenze da radiotelefonista, di dotazioni di sicurezza, di lampadina in testa d’albero … un bordello, insomma.
E di un po’ di soldi, ma nemmeno poi tanti. Però ragà, quanto ci stiamo divertendo!!
Ora galleggia a Cala Galera (Marcello, Walter, Roberto, vi ricordate?), perché abbiamo deciso di tenerla lì: alla fine non è lontano ed essendo così piccola, e pagando a mezzi e subaffittando agosto … si può fare!
Manca ancora di rimontarci le vele, ma ve la presento: su una foto c’è il mio amico-socio e sull’altra papà Angelo alle prese con una guarnizione.
Certo, lo so: la piccola TANA non sarà mai potente ed accogliente come BIANCO ORSO, né moderna ed elegante come LIBRA. Ma ditemi voi, non valeva la pena che ci provassi?
Perché verrò a chiedervi consigli e dritte e trucchi … E ci conto che me li darete, che magari un giorno ci troviamo da qualche parte tra Giannutri, Ventotene e Sapri, a tirare su un paio di bordi …
E poi, Marcello, Walter, … non sto a dirvi quanto piacere mi farebbe se – quando ci avrò preso davvero bene la mano – un giorno La TANA potrà essere utile anche per gli amici di “MAREAPERTO” …
Ciao
Stefano
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